IL CASO
Lui o lei scoprono il tradimento leggendo i messaggi o le mail del coniuge a sua insaputa. Nell’inevitabile causa di separazione, il partner “offeso” pensa di poter usare quanto scoperto a proprio favore, davanti al giudice.
Il coniuge non sa che questa prova non può essere portata in tribunale, in quanto “illecito” contro la privacy e reato di accesso abusivo, in contrasto con la volontà della persona spiata, secondo l’art.615 del codice penale. La condotta di chi spia la corrispondenza altrui infatti, oltre ad essere un comportamento vietato secondo la normativa che tutela la privacy, integra il reato di violazione (art.616 del c.p.).
Che sia stato sottratto con la forza o che sia stato preso di nascosto per verificare il sospetto di tradimento, comunque sia, chi viola l’accesso ad uno smartphone o ad un pc, commette il reato di interferenza illecita nella vita privata altrui; una violazione che può portare ad una condanna che varia da 6 mesi a 4 anni.
Abitando sotto allo stesso tetto, ne il matrimonio ne la convivenza, consentono di escludere la tutela del diritto personalissimo alla riservatezza dei singoli. Al partner va sempre chiesta l’autorizzazione per accedere al suo smartphone, tablet o pc, anche nel caso in cui, in precedenza gli erano stati forniti i codici e il consenso all’accesso.
La suprema Corte, si è trovata ad affrontare questo argomento, precisando che impossessarsi di un cellulare o di altro dispositivo altrui per “perquisirlo”, integra anche il reato di rapina, secondo l’art. 628 c.p.
Spiare è vietato in ogni modo e l’evolversi della tecnologia, ha ampliato il concetto di corrispondenza, includendo: Chat, Skipe, WhatsApp,Telegram, Facebook, Messenger, Instagram e altri canali. Nessun messaggio, anche vocale, può essere utilizzato come prova di tradimento in una causa di separazione per far valere i propri diritti.
Chi commette l’illecito, passa automaticamente dalla parte del torto e quindi rischia di dover subire un processo penale; si troverà a dover rispondere della violazione della privacy davanti al giudice e in certi casi anche a dover risarcire il danno al coniuge leso.